Francesco Traina ed io nel 2006 a Chicago all’American Academy of Orthopaedic Surgeons, dietro uno dei nostri Scientific Exhibit sulla protesica dell’anca. Oltre 20 anni di lavoro comune, studio, volontariato in Africa, progetti di ricerca finanziati, congressi, pubblicazioni, una trasferta comune al Dipartimento Rizzoli Sicilia, ci hanno portato poco prima dello scoppio della pandemia a sviluppare la tecnologia della protesi d’anca in 3D che si vedrà domani a Buongiorno Benessere su Rai 1 da Vira Carbone. Domani ci vedrete decisamente invecchiati rispetto a questa foto di 16 anni fa: il lavoro, si sa, logora. Francesco Traina, eccellente chirurgo che oggi dirige il reparto accanto al mio all’Istituto Ortopedico Rizzoli è la dimostrazione che il leale gioco di squadra tra professionisti (esteso anche ai nostri collaboratori) paga sempre in termini scientifici e permette di raggiungere risultati di altissimo livello grazie alla somma di competenze, cui vanno aggiunti anche gli inestimabili contributi della Professoressa Lucia Manzoli dell’Istituto di Anatomia con cui abbiamo studiato l’accesso “bikini” a totale rispetto dei muscoli e del Prof. Marco Viceconti, ingegnere biomeccanico all’Universita di Bologna e Direttore del Laboratorio di Tecnologia Medica dell’Istituto Rizzoli che ci ha guidato nello sviluppo dei disegni protesici. La stampa 3D oggi permette di produrre impianti protesici con una porosità simile all’osso, in modo che questo ci possa crescere dentro rendendo l’impianto stabile. Una tecnologia portata alla produzione in serie che sta dando risultati eccellenti, che oggi è disponibile “su misura” per quei pazienti con perdite d’osso legate a mobilizzazioni protesiche, esiti di gravi traumi o malattie oncologiche che non permettano l’impianto standard.

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